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I Buonaparte a San Miniato

San Miniato (Pisa), Palazzo Formichini
San Miniato (Pisa), Palazzo Formichini

Il 2 luglio del 1796 Napoleone, impegnato nella presa di Livorno, si sposta verso San Miniato per visitare l’anziano zio, il canonico Filippo Buonaparte: a ricordarlo, un numero della Gazzetta Toscana, edita proprio a San Miniato, e un quadro di Egisto Sarri (di proprietà della Cassa di Risparmio di San Miniato e conservato a Palazzo Formichini assieme al bozzetto preparatorio) in cui il condottiero corso entra a cavallo nel borgo toscano, con l’inconfondibile sagoma della Torre di Federico II sullo sfondo. Le fonti locali tramandano del resto una visita del giovane Napoleone già nel 1778, quando il futuro imperatore e suo padre sarebbero venuti in Toscana alla ricerca della documentazione attestante le origini nobiliari della famiglia, necessaria per l’ammissione di Napoleone nel prestigioso collegio militare di Brienne.
La residenza della famiglia Buonaparte a San Miniato era l’attuale palazzo Formichini, oggi sede della Cassa di Risparmio locale: il palazzo fu eretto nel XVI secolo per conto di Vittorio di Battista Buonaparte di San Miniato secondo il progetto dell’Architetto Filippo di Baccio d’Agnolo, figlio del noto artista fiorentino.
Nel XVIII secolo l'edificio fu integrato da un loggiato ed un giardino pensile, mentre nel corso del XX secolo è stato ristrutturato radicalmente conservando inalterata soltanto la facciata di epoca cinquecentesca.
Alla metà dell’Ottocento, quando fu ristrutturata la cattedrale di San Miniato su impulso del preposto Giuseppe Conti, fu affidato allo scultore senese Giovanni Dupré e a sua figlia Amalia l’incarico di realizzare monumenti commemorativi di illustri sanminiatesi del passato: venne così eretto anche il cenotafio di Iacopo Buonaparte, vissuto tra il 1478 e il 1541 e probabile autore del Ragguaglio storico del Sacco di Roma del 1527. Il monumento in marmo bianco, collocato nella navata sinistra della Cattedrale, ospita in alto il mezzo busto di Iacopo Buonaparte: la fisionomia del volto ritratto nella scultura riecheggia, quasi a sottolinearne la lontana parentela familiare, quella di Napoleone, ed in particolare si registrano affinità con il celebre busto del giovane Napoleone eseguito da Canova a Parigi nel 1802, possibile modello iconografico per l’opera sanminiatese.
I due rami sanminiatesi dei Buonaparte si estinsero con Giuseppe Moccio nel 1780 e con il canonico Filippo nel 1799.