Il profilo di sacra imponenza delle Alpi Apuane domina il paesaggio della Toscana nord-occidentale e porta i segni visibili di un'economia legata allo sfruttamento della cave di marmo: all'ombra ardita di questi monti le città di Carrara e Massa hanno dipanato tra i blocchi di bianca pietra la propria storia, intrecciata all'inizio dell'Ottocento con quella di Elisa Baciocchi, divenuta loro sovrana.
Le attività legate alla lavorazione del marmo a Carrara sono da sempre andate di pari passo con lo sviluppo delle arti, anche grazie alla lungimiranza dei governanti che si succedettero al governo della città: innumerevoli i grandi artisti qui giunti per selezionare i materiali migliori per le loro opere, in una prassi ulteriormente incentivata quando i Malaspina, Signori della città, istituirono l'Accademia di Belle Arti. E fu proprio durante il governo di Elisa Baciocchi, Duchessa di Massa e Marchesa di Carrara dal 1806, che vennero varate importanti misure per l'aiuto economico ai lavoratori del marmo e l'Accademia ricevette un nuovo impulso, rinnovata negli insegnamenti e nella sede. La futura granduchessa di Toscana lasciò del resto un segno indelebile anche a Massa, dove il nucleo medievale, rinnovato nel Cinquecento sotto il governo dei Malaspina, venne ulteriormente modificato durante il ducato di Elisa con il rinnovamento del Palazzo signorile e la discussa apertura della Piazza antistante per sottolinearne l'importanza di centro del potere.
Durante il governo di Elisa Baciocchi i territori di Massa e Carrara furono anche dotati di un’efficiente rete stradale, ancora oggi perfettamente funzionante: nel 1809 venne inaugurata la Via Friedland, che da Massa e Carrara giungeva a Sarzana attraverso le montagne; nel 1812 venne ultimata una nuova strada postale che collegava Lucca e Pietrasanta.