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Scheda censimento

Fortezza di Sarzanello

Sarzana (La Spezia), Fortezza di Sarzanello, veduta aerea
Sarzana (La Spezia), Fortezza di Sarzanello, veduta aerea

La fortezza si articola in due corpi architettonici principali, entrambi di forma triangolare, indipendenti fra loro ma molto vicini e collegati da un ponticello. Il primo presenta lati di circa 61 metri e torrioni circolari ai vertici. All'interno si trova il maschio, a pianta rettangolare e addossato al lato d'ingresso. Il secondo è il cosiddetto « rivellino », posto a difesa dell'entrata. Nel complesso i due nuclei vengono a formare un rombo e romboidale è il profondo fossato che attornia la struttura. Esso è protetto da una scarpata in terra, sulla cui sommità è un cammino di ronda con cortina muraria e piazzole per il posizionamento dell'artiglieria. Le murature della fortezza sono in pietra arenaria e calcarea sbozzata. Una cornice marcapiano in marmo delimita la parte del paramento murario a scarpa dalla parte superiore che procede verticalmente. Il massiccio coronamento della struttura è composto da beccatelli in arenaria e marmo, in più elementi sovrapposti, che sorreggono archetti in laterizio. Al di sopra di tale apparato sporgente, ma limitatamente alle cortine est e ovest e al torrione nord, quello di San Giorgio, il parapetto è caratterizzato da una merlatura ghibellina (a coda di rondine) realizzata durante gli interventi di restauro di pieno Ottocento. Lungo il perimetro si aprono alloggiamenti per bocche da fuoco in marmo e arenaria. Si accede alla struttura turrita percorrendo un ponte che collega il fossato con l'ingresso. La porta, con architrave marmoreo arricchito dalle insegne del Banco di San Giorgio, un tempo era munita di ponte levatoio, ne sono ancora visibili gli ingranaggi di funzionamento.
All'interno del complesso è il maschio. I paramenti murari sono costruiti con pietre sbozzate di arenaria e calcare, come le  murature esterne, ma presentano negli spigoli pietre più grandi e squadrate per garantire alla struttura maggiore solidità. Anche il coronamento è simile a quello delle cortine, con beccatelli, qui però realizzati in marmo bianco, e archetti. Il parapetto superiore e la merlature sono frutto di interventi ottocenteschi, per dotare la torre di alloggi per bocche da fuoco. L'ingresso, ancora impreziosito da un architrave in marmo bianco con l'insegna di Genova, era anch'esso un tempo difeso da un ponte levatoio di cui sono visibili i resti del sistema di funzionamento. All'interno la porta che conduce ai due piani abitativi presenta un altro architarve marmoreo sul quale è la seguente iscrizione: « Gregorio de Carmedino  1502 Castellano ». Al primo piano sono un pozzo e un piccolo forno per il pane, al secondo un camino. Una stretta e ripida scala a chiocciola consente il loro collegamento. Il maschio aveva funzione residenziale, o comunque rappresentativa: la cura degli interni con le volte a ombrello, le rifiniture in marmo e le ampie finestre ne sono testimonianza. Qui viveva il castellano o il capitano di guarnigione. Nei sotteranei della torre, all'incirca all'altezza dell'ingresso principale al complesso, sono le prigioni, dalla capienza limitata: piccole celle con un doppio ordine di inferriate e servizi igienici. Scendendo ancora si raggiungono le gallere di « contramina », passaggi che percorrono tutto il perimetro del triangolo turrito all'altezza del piano di campagna del fossato, consentendo il collegamento tra le varie postazioni per le bocche da fuoco e fornendo un intercapedine di sicurezza per la cortina muraria.
A ridosso del torrione e della cortina muraria è un altro edificio probabilmente costruito tra il XVII e il XVIII secolo. Esso veniva utilizzato come deposito della derrate alimentari. Al piano terra è un grande ambiente voltato, che conserva tracce del sistema di funzionamento del ponte levatoio che in origine garantiva il collegamento con il  rivellino. Il secondo piano è una delle limitate porzioni del complesso interessate dai danni bellici della Seconda Guerra Mondiale. 
Due fabbricati settecenteschi ospitavano gli alloggi dei militari: piccole stanze molto semplici con camino. In uno di essi è una piccola cappella con volta a padiglione.
Vicino all'ingresso sono una serie di locali destinati nel XVIII secolo allo stoccaggio delle munizioni e all'alloggio degli ufficiali di stanza nella fortezza.
I due torrioni a difesa degli angoli est (« torrione di San Rocco ») e ovest (« torrione della Campana »), al piano inferiore, presentano un ambiente voltato e alloggiamenti per bocche da fuoco. Nel torrione ovest è un'ulteriore sala sottostante, tradizionalmente denominata « delle torture », raggiungibile da un'apertura circolare nella pavimentazione. Nel XVIII secolo tale ambiente era chiamato « stanzione ».
Nel « torrione di San Giorgio » era un forno per il pane e ambienti di servizio all'alimentazione quotidiana delle truppe.
Pozzi, situati in vari punti della fortezza, garantivano l'autosufficienza nelle scorte di acqua.
Completa il sistema fortificato della fortezza il « rivellino », nei materiali e nella struttura architettonica esterna uguale al triangolo turrito. La copertura è lastricata da laterizi, ora coperti da uno strato di terra e erba. Un ponte in pietra collega i due nuclei architettonici, ma esso fu costruito in una fase successiva. Inizialmente, il passaggio era consentito da un ponte levatoio. L'articolazione interna è stata ampiamente modificata nel corso dei secoli, probabilmente alcune stanze e varchi sono stati murati.   

Dati Generali
Nome del bene: Fortezza di Sarzanello
Denominazioni storiche del bene:

Castello di Castruccio

Localizzazione
Localizzazione geografica amministrativa
Stato: Italia
Regione: Liguria
Provincia: La Spezia
Comune: Sarzana
Località: Sarzanello
Indirizzo: via alla Fortezza
Localizzazione catastale
Comune: Sarzana
Foglio/data: foglio 7
Particelle: A 79 – 89 – 90 – 249 - 563
Campi descrittivi del bene
Notizie storico critiche:

Già alla fine del X secolo, ben prima quindi della costruzione dell'architettura ancor oggi visibile, esisteva un insediamento fortificato sul colle ove si erge la Fortezza di Sarzanello: ne è conferma il diploma dell'imperatore Ottone I di Sassonia, concesso nel 963 al vescovo di Luni quale garanzia dei suoi possedimenti. All'interno dell'atto, infatti, viene citato un castrum Sarzane, indubbiamente da identificarsi col sito su cui sorgerà l'attuale fortezza in quanto il Registrum Vetus di Sarzana, antica raccolta di documenti del comune, chiarisce nel 1448 che il castello di Sarzana « … nunc dicitur Saezanellum » (ora è chiamato Sarzanello). Tra la fine del X secolo e il XIII secolo alla sommità del colle era un nucleo fortificato, il « cassaro » o « domignone ». Tale cortina muraria racchiudeva all'interno la torre militare, il palazzo con loggiato, il granaio e alcune case.  Qui dimorò anche il condottiero lucchese Castruccio Castracani degli Antelminelli in vari periodi tra il 1314 e il 1328. Perciò la denominazione storica della fortezza quale Castello di Castruccio è errata perchè l'attuale edificio è di quasi due secoli posteriore alla morte del Castracani. Nel 1487, sconfitti i Genovesi, la Signoria di Firenze entrò in possesso di Sarzana e Sarzanello. I Medici, vista la posizione strategica della città, decisero di ristrutturarne radicalmente l'apparato difensivo. Nel caso di Sarzanello, il progetto fu affidato a Francesco di Giovanni detto il Francione insieme a Luca del Caprina. I lavori iniziarono nel 1493 e la nuova struttura andò completamente a sostituirsi al precedente cassero medievale, che venne demolito. L'anno successivo Piero de' Medici consegnò Sarzana e Sarzanello al sovrano francese Carlo VIII, sceso in Italia, e l'edificazione si interruppe: quasi terminato era il nucleo triangolare con torrioni circolari ai vertici, restavano da costruire la torre principale e da completare il coronamento delle cortine murarie. Nel 1496 il Banco di San Giorgio di Genova divenne il nuovo proprietario della città di Sarzana e i lavori a Sarzanello ripresero, affidati a Pietro Bianciardo e a Matteo da Cividali. I due genovesi seguirono fedelmente il progetto del Francione e del Caprina, terminando il nucleo principale e costruendo il rivellino. La costruzione si conclude nel 1502. Per evitare che le abitazioni civili del borgo di Sarzanello, piuttosto vicine alla fortezza, potessero fungere da testa di ponte per eventuali invasori, si decise di demolire la parte dell'abitato posta all'altezza del castello. Agli inizi del XVIII secolo i Francesi apportano alcune modifiche alla struttura, dovute all'adeguamento degli elementi difensivi della fortezza alle nuove tecniche militari. Furono costruite delle cannoniere sui due torrioni centrali e fu modificata la destinazione d'uso di alcuni ambienti, che vennero così utilizzati per alloggi e casermaggio. Nel 1747, durante la guerra per la successione austriaca, l'esercito austriaco tentò di impadronirsi del forte presidiato dai Francesi senza riuscirvi. L'episodio bellico rivelò come il vicino abitato di Sarzanello favorisse gli attacchi nemici. L'anno succesivo, perciò, fu demolito ciò che restava del villaggio, costringendo gli abitanti a spostarsi nella zona che diverrà, anche toponomasticamente, il nuovo Sarzanello.
Durante la dominazione napoleonica, la fortezza corse il rischio di essere demolita. Tale operazione fu infatti decretata dal Prefetto del Dipartimento degli Appennini ma non fu attuata per ragioni di tempo e in virtù di eventi fortuiti. Nel 1814 la Repubblica Ligure passò al Regno di Sardegna che ne decretò il restauro e il ripristino essendo la fortezza nella parte estrema dei territori del Regno e, perciò, importante dal punto di vista strategico. Il Re Carlo Alberto vi fece visita nel 1837. Dopo l’8 settembre 1943 la fortezza venne occupata da soldati tedeschi e nell’aprile del 1945 fu sottoposta a un cannoneggiamento terrestre da parte degli Alleati. Nella seconda metà del Novecento si susseguirono due importanti interventi di restauro e ripristino che ne consentirono l'apertura al pubblico.