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Scheda censimento

Monastero delle Clarisse

Il grande complesso monastico oggi è ridotto a case di civile abitazione. La chiesa, oggi scomparsa, ma ancora leggibile nella planimetria del 1750 di Panfilio Vinzoni era composta da un vano rettangolare, con l’asse maggiore parallelo alla via Grande, odierna via Mazzini, articolato su due livelli, uno per la clausura ed uno per il popolo, con l’abside rivolta a nord ovest. Fu rimodernata, e ridotta in volta nel corso del secolo XVIII e l’altare, con le colonne in portoro, conteneva una tavola di Domenico Fiasella rappresentante Santa Chiara, oggi al Museo Diocesano di Sarzana. Un lungo porticato, disposto su due lati del monastero, si apriva verso il girdino nel lato sud del complesso, mentre dalla parte opposta, in fregio a vico Bonicella, si trovavano le scuderie la cucina ed il refettorio delle monache.
Oggi la cortina muraria che da Vico Bonicella, lato via Mazzini, si estende fino a Piazza Garibaldi, presenta, in simmetria con Palazzo Neri, posto di fronte alla Cattedrale, il palazzo appartenuto ai Magni Griffi-Sartori.
Due grandi portoni a tutto sesto con stipiti in marmo indicano la presenza degli eleganti androni voltati per le carrozze che mediavano lo spazio della strada con quello interno del giardino.
Gli edifici, l’uno con la faccia modellata dai rilievi delle modanature architettoniche di finestre e davanzali e l’altro con la decorazione pittorica che ne ingentiliva le forme, sono separati da due campate, costruite, verosimilmente, in corrispondenza dell’abside della chiesa monastica, collegate al grande corpo di fabbrica interno, posto sul confine delle proprietà. Se lungo via Mazzini gli edifici hanno assunto l’aspetto dei palazzi di famiglia, sul lato verso la Nuova Piazza e sull’angolo di via Landinelli, l’edilizia possiede un carattere più seriale, ma non per questo meno interssante. Si nota, osservando la composizione dei fronti, che si intendeva costruire una palazzata unitaria, anche se suddivisa in due corpi, per rendere omogeneo il nuovo spazio urbano, che si era costituito dopo l’apertura del Teatro Impavidi.

Dati Generali
Nome del bene: Monastero delle Clarisse
Denominazioni storiche del bene:

Monastero delle Clarisse

Localizzazione
Localizzazione geografica amministrativa
Stato: Italia
Regione: Liguria
Provincia: La Spezia
Comune: Sarzana
Località: Sarzana
Indirizzo: Isolato tra Vico Bonicella, Piazza Garibaldi, Via Mazzini e Via Landinelli
Localizzazione catastale
Comune: Sarzana
Quota s.l.m: 21 m
Foglio/data: foglio 39
Particelle: 413
Proprietari: residenze private
Campi descrittivi del bene
Notizie storico critiche:

Il grande complesso monastico edificato nel XV secolo rimase un tuttuno fino all’inizio del XIX secolo quando, presumibilmente dopo la soppressione napoleonica, fu suddiviso in due parti, la maggiore di queste si ricompose nell’edificio già evidente nella mappa del Vinzoni/Brusco, mentre l’altra, dove si possono leggere i numeri di diverse proprietà, rappresenta l’area di quello che tra il 1840 ed il 1844 divenne Palazzo Neri a seguito della ristrutturazione della Locanda della Posta che aveva trovato posto nell’ex Convento soppresso nel 1797.
La palazzata su via Mazzini possiede una discreta omogeneità, ma assai diversa come cultura architettonica, è la facciata di Palazzo Valenti sull’angolo estremo dell’isolato, a confine con Vico Bonicella, che nella mappa di panfilio Vinzoni sembra appartenere al complesso monastico. La divisione delle murature, così come l’atrio scala alla genovese, gli conferiscono un’autonomia, legata ad una storia più antica.
La parte del complesso monastico che conteneva la chiesa e il porticato del chiosco, e che dal 1804 in poi è contenuta all’interno di un’unica grande particella catastale, apparteneva ad un’unica proprietà.
La mappa del Catasto Napoleonico, redatta dopo la costruzione del Teatro degli Impavidi, mostra una fase intermedia delle trasformazioni urbane: esistono ancora le mura rinascimentali, pressochè intatte, con lo Spontone della dogana e la Porta del Mare, o di San Domenico e, rispetto alla carta del Vinzoni/Brusco, che riproduceva solo la Porta Nuova e la Porta di Calleri, si nota la presenza della Porta di San Francesco, o dei Morti, così chiamata perchè conduceva al cimitero, costruito nel 1810. Si individuano con chiarezza i frazionamenti dell’ex monastero delle Clarisse.