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Grosseto

Grosseto, Cattedrale di San Lorenzo
Grosseto, Cattedrale di San Lorenzo

I caratteri tipici della Toscana meridionale sono quelli selvaggi della Maremma, con gli aspri paesaggi percorsi dai butteri. La presenza romana, testimoniata ancora oggi da importanti siti archeologici come Vetulonia, Populonia e Roselle, diede vita alla valorizzazione della costa e di centri termali tra i quali il più rinomato è senz'altro Saturnia; la dominazione senese, invece, contribuì allo sviluppo di nuovi centri nell'entroterra legati allo sfruttamento delle miniere nel periodo del cosiddetto ''incastellamento'' di cui è importante testimonianza Massa Marittima. La dominazione fiorentina e la contemporanea parentesi spagnola ebbero come obiettivo la difesa della costa, così che Talamone, Orbetello e Porto Ercole vennero fortificati. L'annoso problema della bonifica delle paludi, iniziata da Pietro Leopoldo, può ritenersi conclusa solo dopo il periodo fascista: si innesca così un processo di trasformazione economica – furono rese possibili nuove colture e nuove infrastrutture vennero costruite - e territoriale, con la nascita di nuovi centri urbani. Gli effetti dell'urbanizzazione conseguente alla bonifica sono evidenti soprattutto lungo la costa, tanto da fare del turismo il principale motore economico della Maremma, con le rinomate località di cui è costellato il litorale, da Punta Ala all'Argentario.

Per conservare i caratteri tipici di questi luoghi, fondamentale è stato la creazione di aree naturali protette: fra queste, strettamente legato al periodo napoleonico e al dominio di Elisa Baciocchi è il Parco Interprovinciale di Montioni, con gli antichi insediamenti legati all'estrazione mineraria. Il rapporto di questo territorio con i regnanti francesi fu in origine gravato da forti tensioni, come testimoniano le rivolte che ebbero luogo tra il 1800 e il 1801 a Prata di Massa Marittima: in quegli  anni gli abitanti del luogo tesero ripetute imboscate alle truppe d'Oltralpe, in un crescendo di tensione che venne risolto solo con l'emanazione di un'amnistia a favore degli insorti opera di Gioacchino Murat, allora comandante francese in Toscana.